Feste paesane, sagre e tradizione fra
bandierine e striscioni


L'estate sta volgendo al termine e con essa sta terminando anche la stagione delle sagre e delle feste paesane di tutta la penisola. In Italia ogni paesino e ogni borgo dà luogo ad un qualche tipo di sagra enogastronomica o rievocazione storica della tradizione locale, addobbando la città con bandierine e striscioni. In alcuni luoghi si celebrano sfide e tornei tra i quartieri od i rioni o le contrade del paese, e tutte le vie vengono tappezzate da bandiere e stendardi.

Il palio delle contrade di Fucecchio (FI)


Nel mese di maggio a Fucecchio, antico comune toscano attraverso il quale transitava l'antica Via Francigena, si svolge da circa quarant'anni il Palio delle Contrade, manifestazione rievocativa di una Contesa tenutasi a Fucecchio intorno al 1200, e si gareggia su cavalli montati a pelo dai fantini.

Le contrade


A contendersi il Cencio (una sorta di gonfalone dipinto a mano ogni anno con temi riguardanti la storia o i personaggi storici della cittadina) ci sono dodici contrade:

Prendono il nome dalle porte o dagli agglomerati medievali, ed ognuna ha la propria bandiera, il proprio scudo d'armi, il proprio tratto caratteristico, e volte, un rione rivale o un santo patrono.

L'ultima edizione è stata vinta dalla Nobile Contrada Sant'Andrea:

  • Colori: Rosso e Verde
  • araldica: Trinciato di verde e di rosso alla croce di S. Andrea ancorata dell’uno all’altro e bordata d’oro; sul tutto profilo di torre. Cimato di corona di nobile.
  • Simboleggia: Fede, onore, vittoria, valore, guerriera nobiltà
  • Vittorie: 6 (1987 – 1991 – 2009 – 2012 – 2017 – 2019)
  • Santo patrono: S. Andrea (30 Novembre)

Molto suggestiva la cerimonia che si svolge ogni anno nello scenario di piazza Vittorio Veneto, cuore pulsante del centro storico alto. Presenti in migliaia per vedere con i propri occhi quello che di fatto è il sogno di ogni contradaiolo, il Cencio. Per questa occasione la città si riveste dei variopinti colori delle contrade attraverso bandierine, stendardi e striscioni posti su ogni porta e finestra e viuzza.

La Battaglia delle arance di Ivrea


Il Carnevale di Ivrea è famoso soprattutto per la "Battaglia delle arance" (si tratta normalmente di arance non adatte al consumo alimentare). Le origini del Carnevale di Ivrea si possono far risalire intorno al XVI secolo, quando la festa veniva gestita dai vari rioni della città in forte rivalità fra di loro (rappresentati dalle parrocchie di Sant'Ulderico, San Maurizio, San Salvatore, San Lorenzo e San Grato).

Si dice che sia l'unico carnevale che abbia mantenuto un legame con il Medioevo, epoca in cui questa festa nasce: né quello di Venezia, risvegliatosi da circa cinquant'anni fa, né quello altrettanto famoso di Viareggio istituito nel 1873, possono vantare una tradizione ininterrotta.

Il carnevale di Ivrea si caratterizza soprattutto per il cerimoniale folcloristico, quando la città si tinge degli sfarzosi colori degli stendardi dei rioni, e per la spettacolare "Battaglia delle arance" che è divenuta l'icona stessa del Carnevale, e anche per l'usanza diffusa di indossare un berretto rosso (che invita a non essere bersagliati dai lanci delle arance).

La domenica, il lunedì grasso e il martedì grasso, ovvero gli ultimi tre giorni del Carnevale, ha luogo la battaglia delle arance di Ivrea, sempre di pomeriggio, e rappresenta il momento più spettacolare dell'intera manifestazione, motivo di richiamo turistico annuale per migliaia di visitatori, che pure corrono il rischio di essere colpiti.

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